"Il Danzar Gioioso" - Gruppo di danza antica e ricerca storica - Lavariano (UD)


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Attività

L'ATTIVITA' DEL GRUPPO

L'attività del gruppo si indirizza quindi nella puntuale ricostruzione e nella proposta di danze storiche e del corollario, storico-sociale-etnico, che circondava e permeava i diversi periodi affrontati. Particolare cura anche nella scelta dei costumi che, grazie a ricerche approfondite e mirate sia per i modelli che per i tessuti, rispecchiano la realtà europea, italiana e regionale dei vari periodi storici trattati. Il gruppo dispone così di abiti nobiliari e popolari, completi di calzature, copricapo e degli accessori richiesti dalle varie epoche.danze che sono state affrontate appartengono a quattro grandi epoche: il trecento medievale, il quattrocento italiano; il cinquecento italiano, francese, spagnolo; il barocco italiano, francese ed inglese, sino a spingersi nell'ottocento europeo.

IL 1300

E' l'epoca più lontana dove le danze non sono state ancora codificate e tutto è fragile e distante, dai contorni ancora indefiniti. In questi ultimi anni sono state ritrovate tracce riferite a balli medioevali e la ricostruzione è affidata alla sapienza e alla capacità degli esperti ai quali il gruppo fa riferimento; tutto il repertorio è in via di trasformazione, ampliamento, scoperta.

1400

Del quattrocento rimangono importanti trattati sulla danza: in essi sono stati riportati sia i passi codificati di balli e bassedanze, create appositamente per nobili e nobildonne, (teoria), che le musiche di accompagnamento. Agli occhi dei contemporanei questi manuali innalzavano così la danza al livello delle altre arti (grammatica, retorica, logica, aritmetica, geometria, astronomia e musica). Proprio per questa nuova ed importante valenza si afferma la figura del maestro e teorico della danza, che cessa di essere improvvisazione e diventa tecnica definita con una combinazione prescrittiva di passi: il maestro si trasforma in coreologo, nell'inventore di balli, nel poeta capace di entusiasmare non solo il popolo, ma anche il principe accanto a cui vive ed opera e che comanda. Emergono così Domenico da Piacenza, Guglielmo Ebreo e Antonio Cornazzano: il primo, ballerino, coreografo, compositore di musica, maestro e teorico della danza, pubblica “De arti saltandi et choreas ducendi”; il secondo, allievo di Domenico, prosegue l'attività educativa e pubblica, il“De pratica seu arte Tripudii”, la sua opera, fu tanto diffusa, studiata ed ammirata al suo tempo per la parte teorica estremamente esauriente e per il gran numero delle danze presentate; il terzo, piacentino, pubblica “Libro dell'arte del danzare” dove, oltre alla teoria, propone una stilizzatissima trama pantomimica che le dame ed i gentiluomini eseguivano dopo lunghe e laboriose prove sotto la supervisione dell'insegnante. La danza, perciò, non era considerata solo un passatempo, un divertimento, una tecnica di corteggiamento, una forma ludica, ma rappresenta tutta la poesia e la concretezza del Rinascimento. Dei trattati si conoscono diverse versioni giunte fino a noi e sono conservati nelle biblioteche di Firenze, Roma, Siena, Parigi, New York. Scritti per essere dono a principi e signori, quindi accuratamente miniati e ricercati; oppure promemoria per maestri di ballo, sintetici e veloci, riportano con precisione la descrizione delle danze, ma offrono scarse informazioni sulla posizione delle mani, l'orientamento all'interno degli spazi adibiti a luoghi per il ballo, la posizione delle coppie, eccetera. Solo con l'ausilio dell'iconografia del tempo, delle miniature e degli affreschi giunti fino a noi, spesso ricchissimi di dettagli e particolari, si possono ricostruire questi essenziali particolari mancanti.

IL 1500

Nel cinquecento le musiche scritte per la danza diventano più ricche di strumenti e anche la tecnica coreografica si raffina, si semplifica, si evolve. Nascono le scuole di danza ed i nuovi maestri cominciano a recarsi presso tutte le corti d'Europa ad insegnare. Nella seconda metà del secolo Fabrizio Caroso da Sermoneta e Cesare Negri sublimano e sviluppano in modo molto tecnico le coreografie e fanno della danza, per la prima volta, un fatto europeo: nei loro libri troviamo la teoria chiara e netta di ogni passo e del modo di eseguirlo. La danza diventa linguaggio comune e un medesimo ballo, mantenendo sempre la stessa struttura, viene eseguito, pur con nomi diversi, in vari paesi: essa ha la finalità di ammaliare, di attirare a sé, di facilitare la persuasione. Ciò le è consentito sia dalla sua natura, sia dalle sue caratteristiche, sia perché è congiunta alla poesia e alla musica. Deve anche divertire, distraendo le persone dagli affanni e dalle cure quotidiane; inoltre è utile per la sanità del corpo perché esercita e rafforza e insegna, infine, anche le buone maniere verso gli altri, diventando elemento indispensabile di distinzione sociale.cultura rinascimentale italiana è trainante per l'Europa: la danza è sinonimo di Italia, la raffinatezza e l'eleganza è sinonimo di Italia, la musica è sinonimo di Italia. Con la Francia, a causa delle vicende storiche che la legano al nostro Paese, lo scambio è vivace e buona diffusione ebbe anche il trattato di Thoinot Arbeau“ Orchèsographie”. Lo stesso dicasi della Spagna: numerose sono le danze che ad essa si ispirano: Pavaniglia, Canario, Spagnoletta.

IL BAROCCO E L'OTTOCENTO

L'Italia, durante il nuovo secolo, prosegue nel suo percorso coreutico con i virtuosismi delle gagliarde e l'eleganza delle pavane; ma il seicento porta molti cambiamenti e l'asse politico europeo si sposta verso la Francia e l'Inghilterra, dove si sviluppano e poi si diffondono delle danze chiamate Country Dance, ballate fin dai tempi di Elisabetta I, ma pubblicate soltanto nella seconda metà del seicento (John Playford “The English Dancing Master” 1651 e in varie riedizioni fin oltre il 1700): sono danze ispirate a quelle popolari campestri, spensierate ed allegre che introducono al Barocco e delle danze ad esso legate; vengono eseguite da popolani e nobili fino all'epoca di Napoleone ed oltre e si frammistano, così, alle danze ottocentesche; queste ultime cambiano il rapporto con la danza e con chi la esegue: ora la coppia inizia a fronteggiarsi, il mondo si restringe a solo due persone.

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